Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto in Italia il sistema della responsabilità amministrativa dell’ente (società private, società partecipate, enti privati in controllo pubblico, fondazioni, associazioni) in sede penale. Ne consegue che, in caso di reato commesso nel suo ambito o interesse, l’ente potrà essere condannato dal Giudice penale alle gravissime sanzioni (pecuniarie e interdittive) previste dal D.Lgs. 231/2001. A tale responsabilità va aggiunta quella strettamente penale e personale del soggetto che ha commesso il reato, di coloro che sono ritenuti concorrenti morali o materiali, eventualmente anche degli amministratori che non si siano adeguati alla normativa 231. L’unico strumento di esonero da questo tipo di rischi è l’adozione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo 231 che preveda, gestisca ed eviti, il rischio di commissione di reati all’interno dell’ente.

In tale panorama, si è anche inserito l’avvento dell’anticorruzione (la Legge 190/2012 e i provvedimenti normativi susseguenti e complementari) e dunque l’imposizione alle società partecipate e agli enti privati in controllo pubblico di Modelli 231 integrati con il sistema anticorruzione.

La redazione dei Modelli ex D.Lgs. 231/2001, sia “semplici” che “integrati”, è basata sull’applicazione di complessi sistemi di compliance aziendale, tarati in funzione dell’abbassamento del rischio da reato ma al contempo in grado di esaltare le potenzialità e le capacità strettamente produttive degli operatori economici.

Franzina Bilardo e Moreno Prosperi lavorano da anni a questi sistemi organizzativi che presuppongono – per loro stessa natura e assetto istituzionale – un approccio multidisciplinare (giuridico e organizzativo).

Il supporto professionale offerto viene studiato e ritagliato a misura di cliente e comprende (a mero titolo esemplificativo e non esaustivo):

  • la redazione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo 231 (semplice o “integrato” con il sistema anticorruzione nel caso delle società partecipate e degli enti privati in controllo pubblico);
  • la revisione e l’aggiornamento del Modello 231 già eventualmente adottato dalla Società, in tutto o in alcune sue parti (crime risk assessment, crime risk management, individuazione processi, delineazione protocolli e procedure, etc.);
  • la verifica di tenuta del Modello 231, già eventualmente adottato dalla Società, attraverso l’analisi, lo studio e l’indicazione degli eventuali punti di criticità;
  • la valutazione del rischio da reato attraverso l’applicazione della Norma UNI EN ISO 31000:2018;
  • la correlata attività di supporto operativo, tutoring e formazione ad hoc.